C.Ar.D. Contemporary Art and Design - Mostra d'Arte contemporanea tra le colline piacentine ed eventi collaterali...

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 12 Settembre - 12 Ottobre 2014 - Val Tidone (Piacenza)

http://www.cardcard.it - Il cirC.Ar.D. percorsi d'arte nelle valli piacentinecuito espositivo prende il via da Pianello Val Tidone e si sviluppa per circa 32 chilometri verso San Gabriele (Piozzano), Agazzano e Lisignano (Gazzola), ma per chi arriva da Piacenza può essere seguito più facilmente al contrario. Arrivando da Milano, appena imboccato il ponte sul Tidone che porta in paese, si vede svettare sulla destra l’agile struttura in legno, alta 18 metri, del mitico Sleipnir, il cavallo di Odino, opera di Duilio Forte che si erge dal greto del fiume. Girando a destra in Piazza Alpini prima e in Piazza Mercato poi, si imbocca viale Giuseppe Castagnetti leggermente in salita e si raggiunge la sede del vecchio Bocciodromo, recuperata per l’occasione e che si auspica destinata a un futuro Centro permanente per l’Arte Contemporanea, si possono visitare tre mostre. Al piano terreno la ricreazione, ad opera di Marco Ferreri, del tipico ambiente di un bar anni Sessanta, e, nell’area un tempo occupata dalle piste per le bocce, una grande esposizione di Jessica Stockholder, famosa per i suoi assemblaggi di oggetti d’uso di produzione industriale riorganizzati in strutture d’arte formalmente autonome. Al primo piano un’esposizione delle ultime opere di Barney Kulok, giovane fotografo americano che si è recentemente imposto sulla scena internazionale.
Ritornando su Viale Castagnetti si gira a destra e si entra in paese percorrendo via Roma, al termine della quale, nella sede della Biblioteca Comunale “Giovanni Bavagnoli”, ha luogo una seconda mostra fotografica che in un certo senso riassume lo spirito dell’intera manifestazione: collegare il passato e i valori della tradizione al presente e al futuro. Painting then for now / Dipingere allora per oggi, raccoglie diciannove ingrandimenti fotografici di particolari da dipinti di Gianbattista Tiepolo selezionati da Svetlana Alpers, storica dell’arte e massima esperta del grande pittore veneziano, James Hyde, pittore astratto, e Barney Kulok, fotografo. Una collaborazione che ha dato luogo nel 2009 a un libro e a una mostra a New York che vengono ora riproposti per la prima volta in Italia.
Entrati da via Roma nella piazza principale di Pianello, dominata dalla quattrocentesca Rocca Dal Verme, ci si imbatte in un curioso, gigantesco e roseo “mostro” di gomma dovuto all’estro di Denis Santachiara: col suo linguone rosso che si srotola a tappeto dall’enorme bocca, introduce i visitatori affamati al tendone
delle cucine allestite dalla Pro Loco per le varie feste gastronomiche che punteggiano l’estate pianellese.
Sull’altro lato della Rocca, su Largo Dal Verme, di fronte all’ingresso del Municipio, è installato R(e)AME, una scultura di settecento metri di tubi zincati, aggrovigliati da Attilio Stocchi per mimare ed evocare le viscere del “santo maiale” che nutre la pianura padana da tempi immemorabili. In essi i visitatori potranno parlare, fischiare e soffiare, trasformandoli a proprio piacimento in un curioso veicolo di suoni e rumori. Accanto alla porta del Municipio si apre la mostra di Christopher Broadbent, il photographe amateur, come ama ironicamente definirsi, che si ispira agli antichi maestri fiamminghi per trasformare la realtà in finzione.
Una grande retrospettiva di James Hyde, allestita nei due piani di un magazzino tra Viale Leonardo da Vinci e via Mascaretti, chiude il ciclo delle esposizioni nel centro di Pianello. L’arte di Hyde è una meditazione attuale sul senso della tradizione pittorica moderna e antica e sulla sua pratica. Le componenti del testo pittorico vengono isolate e smontate, anche per mezzo della fotografia, dando luogo a nuove creazioni che prendono vita, più che dai precedenti processi di decostruzione analitica, dalla forza espressiva insita nei materiali usati e nelle nuove tecniche con cui vengono trattati.
Una delle caratteristiche di questa rassegna è l’uso di spazi legati alla tradizione antica e recente, da edifici tipici degli anni Sessanta e Settanta, come il Bocciodromo e i Magazzini di via Mascaretti, agli spazi
commerciali dei Consorzi Agrari degli anni Cinquanta, fino alle Rocche e ai Castelli del Rinascimento. Non poteva quindi mancare il tipico esempio di un’antica cascina rurale.
A un chilometro esatto dalla fine di via Roma, in direzione di Piozzano, un breve sentiero in terra battuta
porta sulla destra alla Cascina Masarola, un composito agglomerato di edifici agricoli e abitativi, la cui parte centrale, con stalla e granai, risale al XVI secolo. Qui, con minimi interventi di adattamento, di pulizia e illuminazione, hanno sede tre mostre di artisti che hanno voluto confrontarsi, per adattamento e contrasto, proprio con questi spazi ricchi di memoria e con la tradizione contadina. Simone Farresin e Andrea Trimarchi di Formafantasma espongono nella stalla un gruppo di lampade pendenti dal soffitto su una superficie specchiante, appositamente create utilizzando vesciche di bue trattate e gonfiate. Nella galleria in pietra troveranno posto le sculture luminose in metallo, legno, carta e tubi al neon di Giordano Pozzi, mentre sotto le arcate dei granai sovrastanti oscilleranno al vento le leggere strutture da lui appositamente ideate per questa mostra. Nell’atrio di ingresso, infine, si potrà vedere un allestimento di opere in stoffa e materiali poveri di Paola Anziché, artista singolarissima e quanto mai in sintonia con lo spirito agreste e quasi primordiale del posto.
Usciti dalla Cascina Masarola, si prosegue in direzione di Piozzano. Dopo il bivio di Case Gazzoli (2 km) si prende a sinistra e si scavalca la collina, sempre seguendo le indicazioni per Piozzano, fin quando si arriva a San Gabriele (6 km da Case Gazzoli), sede dell’ex Consorzio Agrario, terz’ultima tappa del nostro percorso. Qui, nell’ampio capannone di 500 metri quadrati, hanno sede quattro esposizioni personali di artisti della generazione più giovane, tra i trenta e i quarant’anni: Alice Cattaneo, Rashawn Griffin, Ezra Johnson, Fabienne Lasserre. Quattro espressioni diverse, alcune delle quali quasi agli antipodi, come le “sculture” di Fabienne Lasserre e di Alice Cattaneo, o la figurazione post pop di Johnson rispetto agli assemblaggi di effetto “pittorico” di Griffin, ma scelte per rappresentare al meglio il modo in cui gli artisti nati tra i ’70 e gli ’80 si relazionano con i precedenti linguaggi adattandoli alla sensibilità contemporanea. Lasciato il borgo di San Gabriele, dopo tre chilometri si giunge a Piozzano e subito dopo (6,5 km.) ad Agazzano. Nella Villa Scotti Anguissola (sec. XVII), ha sede la mostra retrospettiva di Donna Moylan. Una pittura di grandi composizioni sospese al confine tra visibile ed invisibile, immagini che si formano nella mente sovrapposte a quelle trasmesse dagli occhi che non mancheranno di affascinare i visitatori.Nel cortile antistante la villa una raffinata installazione di Ron Gilad.
Il percorso si conclude appena oltre il torrente Luretta. Uscendo da Agazzano si prosegue in direzione di
Gazzola/Piacenza e dopo 1,5 km. si incontrano sulla sinistra le torri del Castello di Lisignano che
emergono dallo specchio liquido del fossato. Nella cornice di questo castello, e più in particolare nel cortile rielaborato alla fine del Seicento da Ferdinando Galli Bibbiena (1657 – 1743), con un’economia di materiali che accentua la squisita eleganza del progetto e dell’esecuzione, trova posto una selezione di opere da esterno di alcuni protagonisti delle altre mostre di C.Ar.D. (James Hyde, Jessica Stockholder, Fabienne Lasserre) insieme a un’installazione del giovane artista italo americano David Alexander Flinn.